A cura di Massimo Armeni
La parola stress è ormai entrata a pieno titolo nel lessico quotidiano.
Ma cos’è realmente lo stress?
è una risposta psico-neuro-endocrino-immunologica ad uno stimolo esterno.
Il dr.Hans Selye, già nel 1967, distingueva tra lo stress “buono” o “eustress“, e lo stress “cattivo” o “distress“.
L’eustress è lo stress che ci stimola a trovare e godere di successi e trionfi.
Il distress è lo stress che evitiamo, temiamo o patiamo quando qualcuno ci colpisce o ci troviamo in situazioni aberranti.
A tale proposito, dagli studi effettuati, ostilità, depressione ed ansietà risultano essere le emozioni più deleteree.
Tutti noi abbiamo da affrontare delle sfide nella nostra vita quotidiana; l’abilità consiste nel saper gestire il nostro stress e non lasciare che i nostri circuiti diventino sovraccarichi.
Quante persone oggi fanno ginnastica appunto perché si sentono “stressate” e vogliono svagarsi o meglio ancora “scaricarsi”?
Stress e sistema endocrino
Il distress ha effetti devastanti sul nostro organismo.
Considerando la sfera psico-emotiva, situazioni di “distress” cronico possono fungere da “spine irritative” che costantemente destabilizzano le ghiandole surrenali in primis.
La ghiandola surrenale è una formazione piramidale di colorito giallastro -dato dal grasso- del peso di circa 7.5 g., posta sul polo posteriore di ciascun rene, annidata tra il rene, il diaframma e le principali vene e arterie della parete posteriore della cavità addominopelvica.
Riccamente vascolarizzate come tutte le ghiandole endocrine, ricevono sangue dall’arteria renale, dall’arteria frenica inferiore e dall’arteria aorta.
Il ritorno venoso è assicurato dalle vene surrenali.
Dal punto di vista funzionale ogni ghiandola può essere suddivisa in una zona esterna o corticale e in una zona interna o midollare, secernenti ormoni diversi ma con un controllo sinergico dello stress.
Gli ormoni prodotti dalla corticale sono i Corticosteroidi, di vitale importanza.
Gli ormoni prodotti dalla midollare sono i Mineralcorticoidi, anch’essi estremamente importanti.
Tra di essi il più importante funzionalmente è l’Aldosterone, che agisce riassorbendo dal tubulo renale gli ioni sodio e l’acqua favorendo in parallelo l’eliminazione degli ioni potassio con l’urina.
Tra la zona glomerulare e reticolare vi è la zona fascicolata, che ricopre circa il 78% del volume corticale: gli ormoni prodotti in questa zona sono i glicocorticoidi, il più importante dei quali è il cortisolo, seguito, in ordine di importanza, dal corticosterone; il fegato converte parte del cortisolo circolante in cortisone.
Tutti questi ormoni agiscono accelerando i processi di sintesi di gluconeogenesi e di glicogenosintesi, in special modo a livello epatico.
Su di un livello prettamente biochimico, un eccesso di zuccheri, caffè, tireostimolanti e sostanze lipotrofiche può squilibrare queste ghiandole.
Il distress provoca anche altri squilibri di rilevante importanza:
le reazioni di “Fight or Flyght” -lotta o fuggi- localizzate nel cervello limbico o rettiliano che condizionano la nostra quotidianità, provocano un “bombardamento” di impulsi dei motoneuroni Y attraverso il Sistema Piramidale, generando un ipertono dei muscoli estensori inferiori e dei muscoli flessori superiori.
Il nostro corpo in pratica si irrigidisce, perdendo la sua elasticità e mobilità osteo-artro-mio-fasciale.
La nostra postura si adatta ad una situazione di stress afisiologica e non più sopportabile!
Ciò può ovviamente portare anche a disturbi articolari o miofasciali.
Inoltre il distress origina altre importanti variazioni ormonali e soprattutto pesanti modificazioni nella nostra composizione corporea, come vedremo in seguito.
In fisiologia, le ghiandole surrenali, stimolate dall’iisi anteriore, sono le prime ad essere interessate, generando squilibri nella genesi dei glucocorticoidi ma soprattutto una ipercortisolemia con le possibili conseguenze che sono:
- incremento della disgregazione proteica;
- incremento dell’eliminazione dell’assorbimento di leucina nella sintesi proteica;
- incremento del ciclo aminoacidico, che porta ad una maggior sintesi e disgregazione proteica;
- incremento dei livelli di grasso corporeo tramite la stimolazione della LPL LipoProteinLipasi;
- incremento della produzione di Somatostatina, la quale blocca il rilascio di GH dall’iisi anteriore e porta quindi a catabolismo muscolare e lipogenesi;
- soppressione della steroidogenesi testicolare nell’uomo tramite l’inibizione della produzione di LH – ormone Luteinizzante– stimolato dall’iisi anteriore
- deviazione dell’utilizzazione del glucosio dai muscoli al cervello, quindi possibile astenia muscolare;
- incrementa l’azione della midollare surrenale con l’attivazione del SNS stimolando la produzione delle due catecolammine Adrenalina e Noradrenalina, e generando ipertensione relativa, lipolisi, resistenza periferica e inibizione del rilascio insulinico, gluconeogenesi epatica e aumento del consumo di O2, quindi del metabolismo basale; a lungo andare si arriva ad una ipoadrenia “paradossa“.L’A.C.S.M. (American College of Sports Medicine), negli anni, ha svolto diversi studi riguardo l’influenza che il distress esercita sull’organismo umano e riguardo l’effetto positivo dell’esercizio fisico nel contrastarlo e nel ridurlo.
Effetti dell’esposizione cronica al distress secondo A.C.S.M.
- incremento aterosclerosi
- incremento aterosclerosi carotidea
- vasospasmo
- ischemia miocardica
- occlusione delle arterie coronarie
- incremento di aritmia ventricolare
- ++ dispnea ↔ COPD/CRPD
- incremento di immunoglobuline → ++ artrite
- incremento colesterolo LDL e VLDL
- decremento colesterolo HDL
- incremento della pressione sistolica
- maggior sensibilità adrenergica pancreatica nel diabetico tipo 2
- immunosoppressione
- incremento di rilascio e sintesi di adrenalina
- diminuzione della proliferazione linfocitaria
- diminuzione dell’attività delle Natural Killer → tumori
- incremento del livello delle catecolammine circolanti
- alterazioni del Sistema Nervoso Autonomo
- sovrastimolazione ipotalamica
- Efficacia dell’esercizio fisico nella riduzione dello stress secondo A.C.S.M.
- maggior controllo del sistema centrale monoamminico
- corretta regolazione dell’asse ipotalamo-pituitaria-surrene
- incremento nei livelli di β-endorfine e β-encefaline
- attenuazione della risposta cardiovascolare dinanzi ad eventi stressanti
- decremento della risposta β-adrenergica nel miocardio dinanzi ad attività fisica o disagi comportamentali
- acuto effetto profilattico nella riduzione della pressione sanguigna dinanzi ad eventi stressanti
- maggior utilizzo dei substrati energetici → miglior risposta insulinica nel diabete 2
- maggior elasticità tissutale
- Aumento HDL
- Decremento LDL e VLDLIn sintesi la regolare attività fisica può efficacemente ridurre gli effetti deleteri del distress sul nostro organismo. Un motivo in più per svolgere al meglio il nostro lavoro.