Un confronto tra allenamento isotonico con le macchine e allenamento con i pesi liberi
A cura del Dott. Antonio Parolisi
In un articolo precedente è stato affrontato il discorso comparativo tra allenamento aerobico indoor e allenamento aerobico outdoor; alla fine si è dedotto come in realtà l’attività “vecchio stile”, ovvero all’aria aperta, sia più produttiva e redditizia da un punto di vista funzionale rispetto a quella praticata all’interno delle palestre con macchine aerobiche con alte tecnologie elettroniche.
In questa sede sarà discussa, invece, la differenza in termini di profitto funzionale, quindi di risultati utili, tra allenamento anaerobico isotonico con le macchine e quello con i pesi liberi.
Il medesimo discorso fatto per le macchine per il cardiotraining, riguardante l’evoluzione delle tecnologie ingegneristiche nelle progettazioni, anche nell’allenamento con i pesi, ha portato sempre di più alla pratica di un lavoro muscolare molto rilassante e in tutta comodità.
Si vedono macchine isotoniche talmente comode che ci si potrebbe schiacciare un pisolino pomeridiano, ma ciò che subito è messo in risalto è il prefissato range di mobilità articolare imposto dall’attrezzo, nonché il percorso del gesto che stabilisce a priori la via del movimento; ciò, purtroppo, è totalmente incurante dell’individualità della biomeccanica dell’individuo.
In realtà quindi è la persona che si adatta alla traiettoria della macchina e non viceversa.
Molti asseriscono che è proprio questo che rende vincente l’allenamento sulle macchine, in quanto impone un movimento guidato che non provoca scorrettezze nella forma; in realtà è proprio questo vincolo della correttezza “standardizzata” che crea il punto debole delle macchine.
Portiamo subito un esempio per chiarire meglio la questione. L’esercizio al Leg press, è un esercizio che spesso viene considerato una valida alternativa allo squat quando non vi è possibilità di praticare l’accosciata a causa di problemi vari, quali retrazioni muscolari, fissazioni articolari, instabilità, ecc, quindi si sceglie di eseguire la leg press per l’esecuzione del gesto più controllabile ma incurante dei suddetti problemi.
Malgrado le incapacità delle articolazioni di compiere il movimento o dei muscoli di allungarsi, il movimento sarà comunque portato a termine a discapito della fisiologia articolare. Infatti, nonostante le caviglie non riescano a flettersi dorsalmente, cosa che impedirebbe l’accosciata nello squat, nella leg press la pedana scenderà in ogni caso forzando una flessione dorsale della caviglia non fisiologica, oppure nonostante una non flessibilità del tratto lombosacrale, scendendo la piattaforma, il bacino andrà in retroversione, flettendo le anche, in modo non fisiologico ma sempre in maniera forzata.
Questo, quindi, permetterà in ogni caso il movimento ma a scapito della corretta fisiologia articolare di quel caso.
Direi, quindi, che da un punto di vista articolare, il movimento può creare dei problemi se non si gode di una buona flessibilità muscolo-scheletrica.
Cerchiamo ora di capire da un punto di vista trofico cosa può essere più redditizio in termini di funzionalità e crescita. Il primo punto riguarda la stabilità. Il fatto di essere in piedi e mantenere l’equilibrio con un carico sulle spalle, come nello squat, impone al corpo di trovare continuamente la sua stabilità con tutta una serie di muscoli, detti appunto stabilizzatori, che fissano le articolazioni e permettono di compiere il movimento in modo stabile.
I muscoli della colonna vertebrale sono sollecitati in modo isometrico per mantenere l’equilibrio sui vari piani dello spazio e questo aiuta ad incrementare le capacità della muscolatura “posturale” di assolvere alla sua funzione di protettori della colonna; le caviglie non sono fisse ma libere di muoversi e le capacità propriocettive dei legamenti del piede sono sollecitate in modo importante, ancora meglio se si pratica lo squat senza scarpe.
Tutto questo ovviamente non avviene nel leg press, anche se da un punto di vista muscolare, per le cosce, l’attivazione è pressoché uguale, ma mancano le sollecitazioni di stabilità, e questo aspetto non è cosa assolutamente trascurabile.
I bodybuilders vecchio stampo, nonché i sollevatori di pesi, i velocisti dell’atletica, i giocatori di rugby e tutti gli atleti in generale, conoscono bene l’importanza di eseguire lo squat come esercizio di costruzione muscolare e forza, nonché stacchi da terra, bench press, trazioni libere alla sbarra e military press.
Tutti esercizi che coinvolgono grosse masse muscolari, attivano in modo importante la secrezione di ormoni anabolizzanti e accrescono le capacità di stabilizzazione articolare e la propriocezione dell’intero corpo.